Catania, costruzione metro: l’estrazione-show della TBM

Uno spettacolo che sicuramente non si vede tutti i giorni. La cosiddetta testa fresante di una Tbm dal diametro di 10 metri, come “Agata” in azione a Catania per i lavori della metro, che pian piano sorge dal sottosuolo fino a diventare luna sospesa nel cielo della notte, è sicuramente un qualcosa di straordinario.

Ed è quello che hanno pensato i tanti curiosi che lunedì sera, 19 marzo, si sono fermati in via Fontana, a Catania, in quello che in cantiere chiamano “pozzo di estrazione”, per seguire da vicino – naturalmente con tutte le massime disposizioni sulla sicurezza – l’estrazione del primo pezzo della talpa catanese della Cmc.
Tanti, tantissimi affacciati alle finestre e ai balconi delle case vicine: tutti a seguire con attenzione i lavori che sono iniziati intorno alle 21, quando sul posto è arrivato persino il sindaco della città Enzo Bianco, accompagnato dal direttore Fce Salvatore Fiore e dal direttore tecnico Cmc Nino Pulejo.

Augustin Alvarez, responsabile dei lavori della Tbm, ha curato le operazioni di estrazione, seguite passo passo, telefonicamente, anche da Nicola Bona e Fabio Monti, rispettivamente direttore tecnico di cantiere e responsabile di produzione.

La grande testa della Tbm, 192 tonnellate, è stata sollevata con una colossale gru rossa da 400 tonnellate, e deposta su un mezzo pesante per il trasporto nel cantiere di Stesicoro, in via Palermo.
Il trasporto eccezionale, partito intorno alle 2:30, è arrivato a destinazione all’alba. A passo d’uomo, in una notte di forte vento, la testa fresante ha attraversato un buon pezzo di città.
Nella recinzione del cantiere sono stati collocati dei banner con immagini del lavoro che la cooperativa di Ravenna sta facendo nella città etnea. Un modo per condividere con i cittadini e con chiunque passi da lì, l’importante attività in corso.
Le fasi di smontaggio della Tbm – che ha concluso lo scavo della galleria tra Nesima e Monte Po a fine febbraio – continuano. Altri trasporti eccezionali sono previsti.
The show must go on, dunque.

Foto Alessandro Giudice Jyoti